Se dovessimo incarnare il 2022 in una sola parola fra le tante a cui possiamo attingere, probabilmente questa potrebbe essere “disordine”.
Il disordine mentale di chi, non ancora uscito da una pandemia globale durata due anni, vede la guerra infrangere le porte dell’Europa. Perché, in fondo, la guerra c’è sempre stata, solo che era un po’ più lontana.
Il disordine globale, latente, che a un tratto è ripiombato su ogni schermo, in ogni radio, e dentro ogni conversazione.
E, come naturale che sia, il disordine sociale che sta coinvolgendo la maggior parte dei paesi del mondo. L’Ucraina, naturalmente, in primis, seguita dalla Russia. E poi il Marocco, il Libano, gli Stati Uniti e l’Italia, per menzionarne solo alcuni.
Per parlare di ciò che ci tange da vicino, su tutti i giornali ormai si parla della “protesta delle pentole vuote”: a causa dell’aumento dei prezzi, definito come una vera e propria emergenza, le associazioni dei consumatori hanno mobilitato le piazze delle principali città italiane. ANSA riporta come la grave difficoltà economica porti al taglio dei consumi, anche di beni di prima necessità come quelli alimentari.
Eppure, se è vero che la storia insegna, dovrebbe risuonare nella nostra memoria un grido, che si sentiva in Egitto nel 2011, e che recitava “Pane, libertà e giustizia sociale”. O, quantomeno a chi ha una memoria più visiva, dovrebbero tornare alla mente le immagini dei manifestanti che sventolavano il pane durante le proteste.
L’aumento dell’inflazione e la crescita di prezzo dei beni di prima necessità sono un mix esplosivo per la stabilità sociale. O, in altre parole, acceleratori del disordine. E se i prezzi del “carrello della spesa” registrano un +6,9%, il rincaro previsto per una famiglia, solo per i generi alimentari, si attesta a +562 euro all’anno.
Vista la complessità della realtà nella quale ci troviamo, risulta fondamentale saper muoversi nel disordine, essere informati e in grado di leggere i principali trend e i principali indicatori di rischio, in modo da essere pronti a gestire l’inaspettato.
di Alice Pradelli