Esco dal mio guscio, piano piano, dalla comfort zone che la pandemia ha reso rassicurante e confortante per scoprire improvvisamente e nuovamente il piacere delle relazioni, del confronto, degli stimoli derivanti dalla presenza fisica di più persone, insieme, in ambienti veri, reali, non stemperanti nei colori da schermi di telefonini o di Computer.
Ci eravamo abituati a un nuovo modo di stare insieme, siamo riusciti a sentirci vicini anche nella distanza a costo, però, della relazione esistenziale. Perché tra essere ed esistere, ci insegnano i filosofi antichi, c’è una grande differenza. Un oggetto esiste se ricade all’interno del complesso spazio-temporale con il quale l’uomo è in contatto e sta sperimentando. Ecco, mancava lo spazio, era ricostruito e riprodotto, e ci eravamo abituati.
Torno oggi a vecchi pensieri con il vestito nuovo… salgo sull’aereo e mi siedo ‘accanto’ al collega e approfitterò per prepararmi alla riunione insieme a lui, entro al ristorante con altre persone e deciderò di sedermi ‘accanto’ a chi ancora non conosco per approfondire la relazione o a chi conosco da tempo per sentirmi più a mio agio, entrerò nella sala convegno per fare il mio intervento e vedrò ‘accanto’ e di fronte a me visi, corpi, sentirò respiri, raccoglierò sguardi ed espressioni, potrò vivere una relazione autentica di vicinanza e umanità.
In questo ‘accanto’ c’è la mia ritrovata nuova normalità.
La nostra professione è alle prese con un momento delicato, dobbiamo gestire paure e insicurezze, superare resistenze e abitudini consolidate perché il mondo intero si sta affacciando a un modo diverso di lavorare, che sarà alla lunga più sostenibile e conciliante, ma che prevede molte e diverse fasi di gestione dei cambiamenti.
Abbiamo chiesto alle persone di stare a casa, abbiamo stravolto abitudini e stili di vita, e abbiamo anche pian piano visto le persone cambiare, quel dualismo vita lavoro a cui eravamo abituati è lentamente scomparso e le persone hanno abbandonato una scissione che generava sofferenza e frustrazione. Abbiamo imposto cambiamenti difficili ma abbiamo favorito evoluzioni meravigliose.
Ora è arrivato il momento di lavorare al futuro, individuando strumenti e modalità più ‘umanisti’ e totalizzanti, tornando a relazioni di valore che saranno capaci di interagire con gli spazi fisici e virtuali con organizzazione, immaginazione e creatività. Un futuro in cui il termine ‘connessione’ sarà più ricco e articolato.
Non vedo l’ora di partecipare dal 22 al 24 maggio ad Asis Europe 2022 a Praga a fianco ai colleghi e agli amici del Direttivo e auguro a tutti voi di vivere al meglio il valore delle relazioni.
di Paola Guerra
Chairwoman ASIS Italy