Di Carlotta Predosin – Art Security Manager
Far parte di ASIS International apre le porte a un mondo sterminato di opportunità di crescita e formazione e permette di entrare in contatto con professionisti della sicurezza a livello globale nonché di condividere esperienze e tecniche che offrono sempre nuovi punti di vista e tematiche di confronto. Una bellissima realtà quella di ASIS International, che consiglio ai giovani esperti in sicurezza per aprire i loro orizzonti e farsi portatori sani di questo entusiasmante mondo. Da quest’anno ho l’onore di essere on board anche io ed eccomi qui ad ascoltare i saggi suggerimenti di chi è arrivato prima di me e, a mia volta, condividere quanto a mia conoscenza ed utilità.
Quale Security Manager certificata, operante nel settore dei beni culturali e dei musei, ho sin da subito ricercato, tra le infinite proposte di ASIS, una Community che rispecchiasse i miei interessi: la ASIS Cultural Properties Community è composta da circa 600 membri provenienti da tutto il mondo, davvero un network imprescindibile per i professionisti del settore!
Alla luce dei recenti contatti intrapresi e sulla base delle Suggested Practices for Museum Security, recentemente aggiornate da Community Museum Committee Chair Dr. Declan Garrett, colgo l’occasione per focalizzare, nel decalogo seguente, l’attenzione del lettore alla sintesi, non esaustiva, degli aspetti, a mio avviso principali, concernenti la sicurezza museale:
- Tutti i musei, depositari e conservatori di oggetti ed opere d’arte unici, dal valore inestimabile, a prescindere dalla loro tipologia, devono dotarsi di un’efficace ed efficiente gestione della sicurezza (Safety e Security) che miri all’individuazione, alla valutazione ed alla mitigazione di tutti i rischi che possono recare danno alle persone, alle strutture museali nonché al patrimonio culturale;
- La gestione dei rischi in un museo deve avere un approccio olistico, il cosiddetto ERM Enterprise Risk Management, coinvolgere ed integrare tutti i processi e le attività del museo per trasformare i rischi in opportunità di sviluppo diventando così un valore comune e condiviso tra tutti gli stakeholder: nel contesto museale non esiste un “mio” difeso da te, ma un “nostro” difeso da noi poiché il patrimonio culturale è di tutti e deve essere preservato e trasmesso alle future generazioni;
- La sicurezza, in una visione unitaria d’insieme, deve essere integrata ed allineata alla missione, alle strategie ed agli obiettivi dell’organizzazione museale, poiché le politiche di gestione della sicurezza devono essere determinate dalla Direzione e dal top management;
- L’anello di congiunzione tra la Direzione e l’operatività del museo è dato dalla figura dell’Art Security Manager, quale Responsabile della sicurezza del museo che, in ragione di ciò, deve essere un funzionario di alto livello dell’organizzazione, dotato di una visione trasversale, in grado di armonizzare le conoscenze storico-artistiche e di conservazione preventiva delle opere, con le preminenti esigenze di Safety e Security e di fruizioni dei visitatori;
- La sicurezza museale trova le fondamenta in un sistema di gestione documentato composto principalmente da tre asset fondamentali: le politiche della sicurezza, le procedure e le linee guida utilizzate dal museo. Tale documentazione, trasparente e verificabile in tempo reale, è condivisa tra tutti gli stakeholder (a seconda dei livelli di riservatezza) ed è soggetta ad un costante check and balance secondo un’ottica di qualità (UNI EN ISO 9001) e di miglioramento continui (PDCA);
- Il museo “pensa ed agisce” in un’ottica di risk management sulla base della UNI ISO 31000 coinvolgendo tutti i processi di gestione e le attività, nonché tutti i possibili stakeholder: dal personale interno (a tutti i livelli), agli artisti, ai collaboratori esterni, ai fornitori, ai trasportatori, agli assicuratori, ai Courrier, agli Art Handler, alle GPG, al personale di sala, fino al pubblico di visitatori in ogni loro possibile declinazione. In questa complessa interoperatività di ruoli, flussi e attività le soft skills che giocano un ruolo determinate sono la comunicazione, l’empatia e il gioco di squadra: la sicurezza del museo è un valore etico comune, sentito e condiviso da e tra tutti gli stakeholder, l’azione di salvaguardia è partecipativa e pro attiva, mai impositiva.
- Nel considerare tutti gli scenari di rischio (aperture, chiusure, eventi, cantieri temporanei dovuti all’allestimento, al restauro, al trasporto delle opere d’arte in Italia e all’estero, alla conservazione nei depositi ecc…) il museo prepara azioni di gestione preventiva e risposte, chiare, concrete ed efficaci per tutto ciò che attiene la gestione della continuità operativa (GCO) del museo. I musei assolvono oggi un servizio pubblico essenziale che deve essere garantito (L. sul diritto di sciopero, 1990). Tale presupposto permette al museo, oltre all’osservanza delle indicazioni contenute nello PSEM (Piano di sicurezza evacuazione museale, D.M. MIC n. 113/2018), una reale cognizione precostituita del Piano di evacuazione delle opere e l’idea concreta di un deposito alternativo sicuro dove poter custodire in sicurezza e con le dovute necessità e paradigmi conservativi, le opere in caso di crisi;
- Particolare attenzione deve essere rivolta all’assunzione del personale da dedicare ai compiti operativi e di vigilanza, effettuando un accurato screening pre-assunzione in considerazione del fatto che, nella maggior parte dei casi statisticamente rilevati, i crimini commessi sono stati correlati all’infedeltà dei collaboratori, adottando le indicazioni che hanno trovato recente attuazione della Direttiva (UE) 2019/1937 nell’ambito del whistleblowing ( Lgs n. 24 del 10 marzo 2023);
- La gestione delle emergenze e dell’operatività quotidiana del museo, nei suoi aspetti preventivi generali e di analisi dei fenomeni, a seconda dei ruoli e delle responsabilità precostituite da organigramma, deve essere monitorata e centralizzata in una struttura dedicata, la sala controllo, punto nevralgico della sicurezza del museo;
- Attenzione particolare deve essere infine riservata alla manutenzione programmata del museo: tutti gli impianti, dal riscaldamento al condizionamento sino al ricircolo d’aria, dalle caldaie fino al sistema elettrico con particolare attenzione agli impianti speciali antincendio e antintrusione, inclusi i montacarichi e gli ascensori, devono essere sempre calendarizzate ed effettuate con regolarità ed a regola d’arte visto l’atteso impatto che questi possono avere sui visitatori (e sulle opere) in ipotesi di malfunzionamento.
A questo decalogo deve essere integrata una profonda ed attualizzata conoscenza della normativa di sicurezza legata al contesto italiano: a partire dai dettami Costituzionali degli articoli 9, 41 e 32; al dovere di diligenza dell’articolo 2087 del Codice Civile; al D. Lgs. n. 231/2001 in materia di Responsabilità degli Enti (in questo caso Enti culturali); al D. Lgs. n. 81 / 2008 in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro, fino alla recentissima riforma del Codice Penale che è intervenuta rinnovando le disposizioni penali a tutela del patrimonio culturale (già presenti nel Codice dei beni culturali di cui al D. Lgs. n. 42/2004) codificandole nella Legge 9 marzo 2022, n. 22 «Disposizioni in materia di reati contro il patrimonio culturale» ridefinendo l’assetto della disciplina nell’ottica di un tendenziale inasprimento del trattamento sanzionatorio.
Non si dovranno trascurare inoltre le preziose direttive del Ministero della Cultura che affida alla Direzione Generale di Sicurezza del patrimonio culturale l’ideazione, la programmazione, il coordinamento, l’attuazione e il monitoraggio di tutte le iniziative in materia di prevenzione dei rischi e sicurezza del patrimonio culturale e di coordinamento degli interventi conseguenti ad emergenze nazionali ed internazionali, anche in collaborazione con le altre amministrazioni competenti. Tra queste ricordo il lavoro svolto nelle attività di formazione ed informazione della Fondazione Scuola dei beni e delle attività culturali di Roma.
Da ultimo, ma non certo per importanza, sarà prezioso il rapporto dell’organizzazione museale, veicolato dall’Art Security Manager, con le istituzioni statali dei Vigili del fuoco, della Protezione Civile e dell’Arma dei Carabinieri. Com’è noto, quest’ultima, dispone del Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale con diretta dipendenza funzionale dal Ministero della Cultura, articolato territorialmente in tutta la penisola grazie a 16 nuclei, che hanno competenza regionale o interregionale alle dipendenze dei Gruppi Carabinieri TPC di Roma e Monza ai quali è possibile affidarsi per una collaborazione concreta, proficua ed efficiente.
Considerato che il mondo in cui viviamo è caratterizzato da una sempre e più crescente complessità, interdipendenza ed incertezza dovuta, alla globalizzazione, alle guerre, ai cambiamenti climatici, sono fermamente convinta che la Partnership pubblico-privato (PPP) possa essere la chiave vincente e necessaria da adottare nel futuro, al fine di trasformare i rischi alle nostre bellezze in opportunità e salvaguardare al meglio il meraviglioso patrimonio culturale del nostro Paese Italia.
Per info e contatti: carlotta.predosin@gmail.com