Ha travolto anche l’Italia quello che è stato definito come l’evento meteorologico più intenso del 2023: la tempesta Ciaran, un evento estremo dovuto allo scontro tra masse d’aria fredde e calde sull’Atlantico. Ancora una volta un accadimento estremo, che definiamo eccezionale, addirittura “di straordinarietà profonda” nella convinzione che questo possa esonerarci dalle responsabilità.
Abbiamo assistito con Ciaran a temporali, mareggiate, precipitazioni violente in tutti i Paesi del Mediterraneo. I dati però parlano chiaro: solo in Italia da inizio anno abbiamo avuto un numero davvero rilevante di eventi metereologici estremi. Guardando alle tre regioni più colpite da Ciaran ecco i dati: 61 in Lombardia, +65%, 28 in Toscana, +27%, 24 in Veneto, +41%. Abbiamo ancora negli occhi le gravi alluvioni del 2022 nelle Marche e ad Ischia e a maggio 2023 la tragedia dell’Emilia Romagna.
La tempesta Ciaran non è che un “nuovo” evento estremo che se, non può essere previsto, nella sua specificità avrebbe dovuto essere anticipato nella sua genericità, come uno degli eventi metereologici estremi che si stanno presentando con maggior frequenza e intensità.
Ogni esperto di sicurezza, le Associazioni di categoria e il sistema politico e istituzionale sono ora tenuti a intervenire in un grande piano di analisi del rischio e di prevenzione.
I cittadini devono sapere cosa può accadere e devono essere preparati a convivere con il rischio e gli eventi estremi: cosa fare e non fare, dove andare, come comportarsi. È davvero arrivato il tempo di calare sul territorio conoscenze, competenze, modelli e procedure per non ritrovarsi, ancora una volta, poco preparati e, spesso, paralizzati. Durante la tempesta in Italia abbiamo imparato che la prevenzione è un investimento prezioso. La vigilanza costante delle condizioni meteorologiche e il monitoraggio tempestivo degli avvisi hanno dimostrato di essere fondamentali per prepararsi in anticipo e mitigare i rischi. Come professionisti della sicurezza, il nostro ruolo nell’acquisire e condividere informazioni cruciali è inestimabile. Inoltre, la preparazione è un cardine della gestione dell’emergenza. Essere ben preparati significa avere crisis team pronti, piani di emergenza chiari e aggiornati, risorse disponibili e personale addestrato e pronto a rispondere. Ciaran ha messo ancora una volta in evidenza l’importanza di simulazioni frequenti, esercitazioni regolari e addestramento continuo.
La comunicazione è stata un altro aspetto fondamentale durante l’emergenza. L’efficacia delle comunicazioni interne ed esterne ha un impatto diretto sulla sicurezza delle persone e delle comunità. La tempesta Ciaran ci ha ricordato quanto sia importante avere protocolli di comunicazione chiari e sistemi di allerta che funzionino in modo impeccabile.
Il nostro meraviglioso stivale è fragile e delicato, va messo in sicurezza e protetto. Sono necessari interventi specifici in un più ampio progetto di politiche climatiche che possano accogliere gli eventi estremi come tali, nella loro ordinarietà e non nella loro straordinarietà. Per evitare i danni gravi all’ambiente e alle infrastrutture e la tragedia delle perdite di vite umane, gli interventi non sono più procrastinabili, le competenze vanno messe attorno ad un tavolo e il piano d’azione che dia spazio alla prevenzione e alla preparazione va redatto con precisione e urgenza. È ora il momento di avere un costante “Stato di Prevenzione” e non sempre e solo “Stato di Emergenza”. Oggi più che mai vale la famosa frase di Benjamin Franklin “By failing to plan, you are preparing to fail”. Non riuscendo a pianificare, ti stai preparando a fallire.
Dovremo aver capito che non è l’uomo a controllare l’ambiente ma è l’ambiente ad ospitare l’uomo. Il tempo delle manie di grandezza e del senso di onnipotenza è finito e, se non ce ne fossimo accorti, i ruoli si sono ribaltati: è, forse, più facile navigare a vela in un mare in tempesta nel rispetto degli equilibri, assecondando ciò che l’ambiente decide di offrire di ora in ora, piuttosto che vivere nella società con scarsa consapevolezza, ritrovandosi in una tempesta simbolica che non si vuole riconosce e che, peggio, si pretende di controllare.
La tempesta Ciaran è stata una sfida, ma ci ha anche dato l’opportunità di dimostrare la nostra resilienza e capacità di adattamento. È un promemoria del nostro importante ruolo nella gestione dell’emergenza. Ogni situazione di crisi è un’opportunità per imparare, crescere e migliorare.
Paola Guerra