Di Adolfo Di Paola, Tenente Colonnello dell’Esercito Italiano
Nel “dietro le quinte” del conflitto russo-ucraino ci sono due aneddoti utili a comprendere quali siano state le dinamiche precedenti lo scoppio della guerra.
Nei primi mesi del 2021, nel contesto di un piano che stava prendendo forma da tempo – la Russia aveva già condotto, negli anni precedenti, varie esercitazioni congiunte in Bielorussia e in Crimea – la dirigenza dell’FSB confermava al presidente Vladimir Putin che un esercito superiore, quale quello russo, avrebbe potuto facilmente prendere Kiev e decapitare la sua leadership in poche ore, dal momento che avrebbe invaso un Paese politicamente apatico e diffidente verso i propri leader.
Dall’altro capo del tavolo geopolitico, all’inizio di ottobre 2021, nello Studio Ovale il presidente Joe Biden, assisteva ad un briefing del capo di stato maggiore della Difesa, il generale Mark Milley, indicante le intenzioni di Vladimir Putin di invadere l’Ucraina.
Secondo quanto riferito in seguito dai vertici militari, il problema fondamentale cui Biden voleva risposta, verteva sul come fronteggiare un Paese dotato di una straordinaria capacità nucleare senza andare alla terza Guerra Mondiale.
Le opzioni presentate sono state quattro: evitare un conflitto cinetico tra l’esercito americano o la NATO e la Russia. Contenere la guerra all’interno dei confini geografici dell’Ucraina. Rafforzare e mantenere l’unità della NATO. Dare potere all’Ucraina fornendo i mezzi per combattere.
All’alba dell’anniversario dell’invasione del 24 febbraio 2022 queste quattro linee di confine sembrano essere state portate tutte al limite. La guerra rimane geograficamente contenuta, la NATO resta in gran parte unita (anche se stanno comparendo crepe nell’alleanza). L’esercito ucraino è ora meglio equipaggiato di quello della maggior parte dei membri della NATO, e sta lottando per contenere l’avanzata russa nel Donbass, nell’attesa di un’offensiva avversaria all’inizio della primavera.
Entrambe le parti stanno ancora cercando di vincere a titolo definitivo o, per lo meno, di migliorare la propria posizione sul campo di battaglia, ma l’esito è più che incerto.
Il grande maestro di scacchi russo Garry Kasparov ha descritto la guerra come “più simile a una partita di poker che di scacchi”. Su una scacchiera tutti i pezzi sono visibili, ma il poker è essenzialmente un gioco di informazioni incomplete, un gioco in cui si deve indovinare e agire in base a delle ipotesi.
L’ipotesi più difficile è stimare per quanto tempo l’altra parte può resistere a questo livello di distruzione in termini di uomini, munizioni e morale. Ciascuna parte deve aumentare il costo della guerra a carico dell’altra, nella speranza che il nemico sia vicino alla rottura.
Se le perdite per l’Ucraina sono state enormi (più di 100.000 morti, 8 milioni di rifugiati, 18 milioni di bisognosi) inaspettatamente, per la superpotenza russa il bilancio non è assolutamente positivo. Il Generale Milley, ha affermato che ben 100.000 soldati russi sono morti o sono rimasti feriti. Sulla base di riferimenti open-source, il sito di Oryx ha determinato che i russi, dall’inizio del conflitto, hanno perso un totale di 1746 carri armati, di cui 1027 sono stati distrutti, 82 danneggiati, 89 abbandonati, e gli ucraini ne avrebbero presi più di 548. La Russia, anche se involontariamente, sembra diventata il più importante fornitore di armi dell’Ucraina.
Inoltre, gli Stati Uniti avrebbero speso il 5,6% del loro budget annuale della Difesa al fine di distruggere quasi la metà della capacità militare della Russia.
Complessivamente, l’amministrazione Biden ha ricevuto l’approvazione del Congresso per 40 miliardi di dollari in aiuti per l’Ucraina per il 2022 e ha richiesto altri 37,7 miliardi di dollari per il 2023. Più della metà di questi aiuti è stata destinata alla Difesa. Queste somme diventano insignificanti se confrontate con un budget totale degli Stati Uniti di 715 miliardi di dollari di spese militari per il 2022.
La Russia è il principale avversario degli Stati Uniti, un rivale di alto livello non troppo lontano dalla Cina, il suo sfidante strategico numero uno. In freddi termini geopolitici, questa guerra offre agli Stati Uniti un’opportunità privilegiata per erodere e degradare la capacità di difesa convenzionale della Russia with no boots on the ground e con pochi rischi per la vita degli Stati Uniti. La spesa del 5,6% del proprio budget, per distruggere quasi la metà della capacità militare convenzionale della Russia, sembra un investimento incredibilmente vantaggioso per gli USA.
Tuttavia questo conflitto non ha danneggiato solo Russia ed Ucraina. Come ha delineato la direttrice di Chatham House, Bronwen Maddox, esso ha rappresentato uno shock globale che “ha segnato la brusca fine di 30 anni di globalizzazione e di tutta la cooperazione internazionale che l’ha resa possibile” con gravi implicazioni per vari Paesi del mondo.
La guerra non solo ha minacciato la stabilità dell’Europa, ma ha anche avuto un impatto sulla sicurezza alimentare ed energetica a livello globale, anche in Medio Oriente e in Africa, creando onde d’urto in un mondo che si sta appena riprendendo dalla pandemia di COVID-19.
Ci sono stati cambiamenti e riallineamenti di alleanze strategiche, una rivalutazione della posizione di sicurezza europea e NATO (l’invasione della Russia ha rafforzato la posizione di deterrenza della NATO e Finlandia e Svezia, hanno espresso la volontà di unirsi all’alleanza), si è inaugurato un nuovo tipo di guerra più orientata verso lo sfruttamento dell’informazione, della capacità cyber nonché dell’uso di droni; infine, dopo quasi 60 anni, si è ripresentato lo spettro della minaccia nucleare.
Ora, a distanza di un anno, lo scontro sta entrando in una nuova fase. L’offensiva di primavera è alle porte (secondo Jens Stoltenberg è già iniziata); Bakhmut è un obiettivo primario per Putin e la sua cattura darebbe alla Russia un nuovo punto d’appoggio nella regione di Donetsk. Ciò che determinerà l’esito del conflitto non sarà solo la forza e il coraggio dell’Ucraina ma anche la volontà delle società occidentali di continuare a sostenere Kiev.
Appare sempre più chiaro che non ci saranno vincitori in questa guerra e che il futuro dell’Ucraina è sempre più fragile, ma come ha scritto Kateryna Pishchikova, (Associate Research Fellow presso l’ISPI) citando la foto di un popolare poster filo-ucraino: “Se la Russia smette di combattere, non ci sarà guerra. Se l’Ucraina smette di combattere, non ci sarà l’Ucraina”.
Sitografia
- Owen Matthews, The Spectator, One year on: how will the Ukraine war end?, https://www.spectator.co.uk/article/one-year-on-how-will-the-ukraine-war-end/, 04/02/2023;
- Patrick Wintour, The Guardian, The revenge of history in Ukraine: year of war has shaken up world order, https://www.theguardian.com/world/2022/dec/26/ukraine-war-revenge-of-history-how-geopolitics-shaping-conflict , 26/12/2022;
- Autori Vari, Chatamhouse, Seven ways Russia’s war on Ukraine has changed the world, https://www.chathamhouse.org/2023/02/seven-ways-russias-war-ukraine-has-changed-world , 20/02/2023;
- Kateryna Pishchikova, Nearly One Year In, How Does This War End?, https://carnegieeurope.eu/strategiceurope/88783 , 12/01/2023;
- Timothy Ash, It’s Costing Peanuts for the US to Defeat Russia, https://cepa.org/article/its-costing-peanuts-for-the-us-to-defeat-russia/ , 18/11/2022.