Carissimi soci, colleghi ed amici del nostro chapter Italy,
questo sarà l’ultimo editoriale di questa newsletter scritto dal sottoscritto e spero che passare il testimone di questo appuntamento quasi mensile al nuovo Presidente che abbiamo eletto pochi giorni fa sia solo l’inizio di una lunga tradizione per il nostro club di professionisti della sicurezza.
Una tradizione, di cambiamento che nel nostro chapter – in linea – con la tradizione di ASIS International diventerà sempre più frequente: con le modifiche apportate allo statuto del club i direttivi da quest’anno diventano biennali e già l’anno prossimo verrà già eletto anche il “futuro presidente” per garantire un efficace continuità nel cambiamento di governance.
Sappiamo bene che il cambiamento, viene spesso accostato al concetto di entropia, ovvero alla tendenza dei sistemi al disordine, ad una inevitabile decadenza dello stesso sistema.
Questo modo di vedere le cose, è molto radicato nella nostra cultura, ed emerge sotto forma di resistenza al cambiamento nei momenti importanti e talvolta difficili che le organizzazioni sociali (aziende, stati, associazioni) periodicamente incontrano.
Si potrebbero citare proverbi sulla “strada vecchia e quella nuova” o sulla “squadra vincente che non si cambia”, per arrivare al “porto sicuro” come emblema della sicurezza delle navi durante il fortunale, ma io preferisco tentare di sfatare quello che considero un falso mito.
Quando parliamo di sicurezza, non è nell’immobilismo, nella ripetizione a tutti i costi, che troviamo la performance, ma al contrario nel cambiamento continuo, che ci permette di superare l’entropia: sappiamo bene quanto velocemente un impianto di sicurezza diventi obsoleto e quanto l’unica contromisura di sicurezza stia nell’innovarlo ovvero nel cambiarlo.
“una nave nel porto è al sicuro, ma non è per questo che le navi sono state costruite.”
Se è vero che una nave non corre pericoli nelle acque riparate del porto, la sua ragion d’essere sta nel navigare, nella complessità degli oceani, tra i marosi e le tempeste ed è su questo che l’industria navale lavora.
La vera sicurezza delle navi oggi va cercata in una progettazione moderna e innovativa, che le permetta di prevedere ed affrontare le turbolenze ed i pericoli del mare: di certo la tradizione marinara conta, ma è da molto tempo che oltre al sestante ci si affida ai sistemi satellitari.
Fare sicurezza oggi significa agire su fenomeni tendenti al disordine (in cui l’entropia aumenta), dando vita a strutture via via più ordinate e differenziate in cui la sintropia (il contrario dell’entropia) aumenti.
Siete pronti a partecipare al cambiamento?
Samuele Caruso, CPP
Segretario Generale ASIS Italy