Prosegue la rubrica Women in Security di S News, in collaborazione con WIS – Women in Security ed ASIS Chapter Italy, che va ad approfondire, con l’intervista a Carlotta Predosin, la sicurezza nel mondo museale e dell’arte.
La rubrica Women in Security nasce per esaminare le tematiche del Security Management con un’ottica anche al femminile, grazie ad una serie di interviste rivolte a professioniste che si distinguono nel panorama attuale del settore.
“Con grande piacere sono lieta di introdurre la seconda ospite della nostra rubrica, la dott.ssa Carlotta Predosin, Security Manager certificato UNI 10459:2017 – sottolinea Anna Villani, Referente italiano WIS di Asis International e madrina del progetto. – La figura del security manager, già ben consolidata nel mondo della sicurezza a livello mondiale, si arricchisce oggi di una nuovissima specialità che finalmente integra, colmando un vuoto professionale, la sicurezza nel mondo museale e dell’arte. Carlotta, in qualità di Ufficiale nella Riserva Selezionata, ha avuto l’onore di curare il nuovo allestimento del Museo Storico dell’Arma dei Carabinieri di Piazza Risorgimento a Roma ed il recupero storico della Torre di Palidoro, dedicata al sacrificio di Salvo d’Acquisto”, conclude Villani.
Approfondiamo quindi la figura dell’Art Security Manager con Carlotta Predosin.
Predosin, chi è l’Art Security Manager e quali sono i temi caldi che oggi ci si può trovare ad affrontare all’interno di una struttura museale?
L’Art Security Manager è chiamato ad individuare, prevenire, fronteggiare e superare i rischi che potrebbero generare danni ai tre assets principali del contesto museale: il patrimonio culturale custodito in questi luoghi, le strutture museali che, nella maggior parte dei casi, sono esse stesse straordinari esempi di architettura e per questo sottoposte ai vincoli di tutela, e le persone che visitano e quelle che lavorano quotidianamente nei musei.
La capacità dell’Art Security Manager si concretizzerà nell’avere piena consapevolezza di questo particolare contesto e di garantire, quanto più possibile a tutti, l’accessibilità e la fruibilità in sicurezza del nostro patrimonio senza pregiudicare, in alcun modo, l’integrità fisica e/o il danneggiamento delle opere esposte, fenomeno piuttosto “di moda” purtroppo negli ultimi tempi, se pensiamo al danneggiamento doloso delle sculture ai Musei Vaticani e alle proteste ambientaliste inferte da giovani militanti a danno di opere dal valore inestimabile di Monet, Constable, Boccioni, Vermeer, Van Gogh, Goya, come è successo alla Kelvingrove Art Gallery di Glasgow, alla Courtauld Gallery e alla National Gallery di Londra, fino ad arrivare agli ultimi casi di Roma e Madrid.
Si tratta di una figura eclettica, dalla visione trasversale, in grado di armonizzare le conoscenze storico-artistiche con le preminenti esigenze di safety e security delle persone, delle opere e dell’infrastruttura, tutelandole dai potenziali rischi a vantaggio dell’Amministrazione da cui dipende, costituendo così un unicum.
La risposta dell’Art Security Manager sarà tradotta nello P.S.E.M., ovvero il Piano di Sicurezza ed Emergenza Museale, che è come un abito su misura, diverso per ogni museo. Una volta stabilite le politiche di sicurezza, infatti, il modello andrà continuamente monitorato, adeguato e riconsiderato, sulla base delle linee normative della UNI 31000, a seconda dei diversi scenari di rischi: museo aperto, chiuso, in allestimento, in disallestimento, durante un’inaugurazione o un evento pubblico o privato. Infine, la misurazione continua dell’efficacia delle contromisure adottate sarà la chiave vincente per ridurre quanto più possibile i potenziali rischi.
Perché si dovrebbe quindi investire nella figura dell’Art Security Manager?
Frequentando assiduamente i musei, viaggiando all’estero, confrontandomi con altre realtà museali ho avuto l’ennesima conferma che la nostra Nazione racchiude, più di ogni altra al mondo, il prototipo assoluto di cultura e bellezza nelle sue molteplici inclinazioni: paesaggistica, artistica, letteraria, culinaria, tessile ecc. Per tale ragione siamo conosciuti nel mondo, siamo adorati per questo. Gli stranieri amano comprare italiano, conoscere la nostra storia, venire in vacanza da noi: è un orgoglio, certo, ma anche una responsabilità che abbiamo verso noi e verso i nostri figli. Le nostre bellezze sono una risorsa economica dal potenziale inestimabile che alimenta la nostra industria turistica e culturale, abbiamo il dovere di preservarla e valorizzarla, ad ogni costo! Per questo sono profondamente convinta che investire risorse sulla figura dell’Art Security Manager sia una strategia lungimirante per le istituzioni museali pubbliche e private, ma anche per le fondazioni e gli istituti di credito che gestiscono collezioni di opere d’arte, le cosiddette “corporate collections”.
Quale il profilo dell’Art Security Manager e, al di là delle conoscenze e delle competenze necessarie, quali sono secondo lei le soft skills che lo caratterizzano?
Per tutelare il patrimonio culturale conservato nei musei e nei luoghi della cultura, non basta la passione, servono conoscenze e costanti aggiornamenti, competenze e abilità trasversali, dall’arte agli aspetti giuridici e normativi di settore, da utilizzare sinergicamente e in maniera equilibrata a seconda dei diversi scenari di rischio. Tra le soft skills necessarie per l’Art Security Manager direi senz’altro, prima fra tutte, la capacità relazionale e comunicativa. Saper comunicare significa rendere efficiente e vincente il rapporto tra il museo e il suo pubblico. Nel museo, infatti, il rapporto con i diversi pubblici (visitatori, studenti, studiosi, stakeholders, etc.) è centrale: il museo non ha senso di esistere senza il suo pubblico. Chi lavora in un museo sa che la sua funzione primaria, indipendentemente dal ruolo, è mettersi a pieno servizio del suo pubblico, in maniera inclusiva e contemporanea.
Per far funzionare il rapporto museo-pubblico, per rendere accogliente, ospitale e sicuro un museo ci vuole maestria, tatto, empatia, mediazione, pazienza e il giusto canale di comunicazione che faccia percepire la sicurezza un valore comune.
Nel caso specifico della protezione delle opere d’arte dei musei non può esistere un “mio” difeso da te, ma solo un “nostro” difeso da noi, perché il patrimonio culturale è di ognuno di noi, e tutti noi siamo chiamati a proteggerlo, al fine di trasmetterlo alle future generazioni. In questo senso la sicurezza, soprattutto nei musei, dovrà deve essere partecipativa, non impositiva.
Bellissimo e fondamentale questo suo messaggio! A suo parere, come vede il futuro di questa professione, anche in ottica al femminile?
Notoriamente la Security si associa al mondo maschile, ma nel campo museale penso si possa cominciare a vedere le cose in maniera diversa. Così come nel mondo dell’arte, per decenni le opere di artiste donne furono oscurate alla critica e al mercato, si veda la meravigliosa produzione artistica della pittrice caravaggesca Artemisia Gentileschi che solo negli ultimi anni è stata rivalutata e si è resa protagonista di numerose esposizioni nazionali, così anche nel mondo della sicurezza si rende necessaria una svolta, un deciso impulso rosa alla gestione della Sicurezza, soprattutto nei musei.
Chi meglio delle donne, abili mediatrici e sensibili comunicatrici, può interpretare e sviluppare appieno il messaggio di accoglienza, inclusione e partecipazione di questi luoghi meravigliosi?
Chi è Carlotta Predosin
Laureata in Storia dell’arte moderna all’Università Cà Foscari di Venezia e conseguiti i Masters per Esperti nelle attività di valutazione e tutela del patrimonio culturale dell’Università Roma Tre e in Museologia, Museografia e gestione dei beni culturalialla Cattolica di Milano, si è specializzata completando numerosi corsi sulla conservazione preventiva e la sicurezza museale. Ha curato gli aspetti giurisprudenziali del diritto dell’arte e al Sotheby’s Institute di Londra ha dato ampiezza e respiro internazionali alle proprie expertises. Dopo esperienze presso sedi espositive veneziane, viene chiamata a Milano dalla Fondazione Prada, dove trascorre sei anni a contatto con grandi interpreti del mondo dell’arte e dell’architettura contemporanea, tra i quali Salvatore Settis, Rem Koolhaas e Germano Celant. In seguito, ricopre il ruolo di Responsabile della sicurezza e dei servizi al pubblico del Museo Nazionale della Scienza e Tecnologia di Milano. Da sempre fautrice della partnership pubblico-privato, nel 2019 entra nell’Arma dei Carabinieri a Roma quale Ufficiale nella Riserva Selezionata, dove ridisegna il nuovo allestimento del Museo Storico dell’Arma dei Carabinieri di Piazza. Cura altresì il recupero storico e il restyling della Torre di Palidoro.
Chi è Anna Villani
Security Manager certificato UNI 10459:2017 e Liason WIS – Woman in Security – di ASIS Chapter Italy, con esperienza ventennale nel mondo della physical security e della sicurezza integrata, è Lead Auditor ISO 28000, 27001 e TAPA per gli schemi FSR e TSR. È membro della Commissione Security della CFPA-Europe, Confederazione delle associazioni europee di Fire Prevention, Security & Natural Hazards. dell’IAHSS, International Association for Healthcare Security & Safety e Presidente Vicario dell’APC Security & Safety di AIAS Sicurezza. Inoltre è Security Manager in ReS On Network.